Calano i Furti ma Aumentano le Armi in Casa

Data pubblicazione: 2019-04-01
Tempo di lettura stimato: 5 minuti
Calano i Furti ma Aumentano le Armi in Casa

Tutti i dati relativi ai furti in casa; ecco che cosa dice il Viminale

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Calano i reati ma aumenta la percezione di insicurezza. Complice il clima politico e le campagne feroci che alimentano un ingiustificato allarme intorno agli episodi di microcriminalità in cui vengono coinvolti inermi cittadini, gli italiani sono corsi ai ripari con protezioni per le proprie case, ma anche acquistando armi.

Eppure i dati pubblicati in esclusiva dal Corriere della Sera parlano chiaro: in Italia calano i furti, ma più in generale anche gli altri reati. I numeri del 2017 dimostrano che rispetto all’anno precedente gli omicidi sono diminuiti dell’11,2%, le rapine dell’8,7%, i furti del 7%. Dal 2014 al 2017, inoltre, gli omicidi sono scesi del 25,3%, i furti del 20,4% e le rapine del 23,4%.

I reati si consumano tra le mura domestiche e meno per le strade: su 355 vittime di omicidi commessi nel 2017, 140 hanno come vittime donne, e i loro aguzzini sono i familiari più stretti, come dimostra il 75% dei casi, il partner o l’ex.

Mentre nei Paesi europei si nota una tendenza all’aumento dei reati, in Italia c’è una diminuzione secondo Eurostat: la Germania è la nazione più violenta, con una media di 9,22 omicidi per milione di abitanti nel 2016. Al nostro paese invece spetta comunque la maglia nera per il numero di furti, con un indice di 20.163 delitti per milione di abitanti, nonostante il calo evidenziato.

Reati in calo ma aumenta la richiesta di porto d’armi

Calano i furti in Italia, quindi, ma lo scettro è ancora saldamente nelle mani del Belpaese. Nonostante il dato dia un quadro chiaro sul numero di fatti delittuosi commessi negli ultimi anni, gli italiani sono condizionati dalla forte campagna allarmistica portata avanti il più delle volte dai partiti di centrodestra, e puntano a difendersi anche con l’utilizzo delle armi.

Stando ai dati del Ministero degli Interni, infatti, le richieste di licenze di porto d’armi ad uso sportivo sono lievitate del 41.63% negli ultimi 4 anni.

La fotografia scattata nel 2017 rivela che rispetto all’anno precedente le richieste sono state 80.416. Parliamo di licenze ad uso sportivo, più facili da ottenere, mentre invece calano del 12,01% le richieste di licenza per difesa personale, dove la procedura è più complessa e viene concessa solo in casi gravi e comprovati.

Quali sono le regioni in cui si acquistano più armi

La percezione di insicurezza è a macchia di leopardo, stando ai dati forniti dal Viminale: il maggior numero di licenze di porto d’armi sportivo dal 2014 al 2016 (i dati regionali 2017 non sono ancora disponibili) sono state rilasciate in Lombardia +43,1%, Marche +42,4%, Molise +52,6%, Basilicata +46,1%. A fronte di questo dato, c’è da evidenziare che nelle regioni in cui c’è stata una vera e propria corsa alle armi si è registrato anche una flessione di tutte le attività criminali.

In Italia, nonostante il calo di reati, la politica accelera per rendere più facile l’acquisto delle armi da parte dei cittadini che si sentono minacciati.

Le proposte di legge per la detenzione di armi

Una proposta di legge della Lega, che prevede anche la possibilità di detenere una pistola in casa, punta a facilitare l'acquisto di armi per la difesa personale, aumentando da 7,5 a 15 joule il discrimine tra le armi comuni da sparo e quelle per le quali non è necessario il porto d'armi.

Pochi lo sanno ma in Italia è possibile detenere un'arma anche senza avere il porto d'armi, ma per essere a libera vendita deve avere una potenza inferiore ai 7,5 joule (unità di misura che serve anche a misurare l'energia cinetica sviluppata dal proiettile al momento dell'impatto). Al di sopra di quel limite - in Francia è di 40, in Spagna è di 21 - si considera arma da fuoco e serve una autorizzazione e denuncia di possesso.

In Italia le licenze concesse per la detenzione di armi in casa sono poco più di 5 milioni, e questa è la considerazione da cui parte la proposta di legge. Si può detenere un'arma per uso venatorio, per finalità sportive o per difesa personale.

Avere un’arma in casa: è davvero la soluzione?

Conviene avere un’arma in casa? Di sicuro è un rischio, poiché chi ne detiene una, con ogni probabilità, ha in mente di utilizzarla in caso di pericolo. Oppure potrebbe essere usata contro un familiare o in caso di liti.

Infatti, i dati evidenziano un aumento degli omicidi di prossimità commessi dalle mura domestiche che va di pari passo all’aumento di richieste di porto d’armi e dunque di vendite delle stesse. Come rivela sempre l’inchiesta del Corriere della Sera, riportando i dati dell’Osservatorio Permanente sulle Armi Leggere di Brescia, nel 2017 ci sono stati 36 casi di omicidio, 19 tentati omicidi, 37 minacce di morte e 37 incidenti legati ad armi legalmente detenute.

Dunque, una soluzione sicura può essere quella di blindare la propria casa con deterrenti antifurto quali porte in acciaio, sistemi antifurto, telecamere e videosorveglianza. Un mercato in forte crescita, se si snocciolano i dati dal 2015 che rivelano un aumento del fatturato di 200 milioni di euro l’anno per il mercato composto dalle aziende del settore.