Avvocato Telematico e Parcella Più Ricca
Perché se l’avvocato ricorre al processo telematico la parcella è più ricca
Indice
La parcella dell’avvocato aumenta con il ricorso al processo telematico. Non si tratta solo di statistiche ma di una chiara disposizione ministeriale. Quando l’avvocato deposita gli atti telematicamente e li redige utilizzando le tecniche informatiche permette una facile consultazione e per questo il suo compenso viene maggiorato del 30%.
A stabilirlo è il recente Decreto Ministeriale 37/2018 che è andato a modificare l’articolo 4 del precedente DM 44/2014 che mette nero su bianco l’aumento della parcella dell’avvocato se questo sfrutta le possibilità messe a disposizione dal processo telematico, rendendo possibile la navigazione degli atti, la ricerca testuale al loro interno e dei loro allegati.
La parcella dell’avvocato di Verona
E non si tratta di una disposizione rimasta inattuata questa sul processo telematico perché ad esempio il Tribunale di Verona l’ha applicata immediatamente. Emettendo un decreto ingiuntivo telematico diventato esecutivo il 7 giugno 2018, il tribunale ha stabilito l’aumento del 30% della parcella dell’avvocato ricorrente proprio perché questa aveva «predisposto il ricorso in modo da consentire la ricerca testuale dei numerosi documenti ad esso allegati».
Come dire: le tecnologie ci sono, chi le sa sfruttare per fornire un servizio migliore ai cittadini viene premiato. L’obiettivo infatti è quello di rendere consultabili con più facilità soprattutto quei documenti lunghi e complessi perché appesantiti da molti allegati.
Come fare per aumentare la parcella dell’avvocato
Se quindi l’avvocato vuole vedere aumentare la sua parcella del 30 % non deve fare altro che ricorrere alle nuove tecnologie. Gli atti non solo vanno depositati in formato elettronico ma è possibile inserire al loro interno dei link che rinviino a documenti allegati permettendo quindi una facile consultazione degli stessi.
La possibilità di linkare non va contro le disposizioni del processo telematico e permette una lettura più veloce degli atti giudiziari.
Sono molti i programmi che permettono di creare questi link: tra i più conosciuti ci sono Libre Office, Latex e MS Word.
Il processo telematico
Il Processo Civile Telematico “nasce” come idea con il DPR 123/2001, il regolamento recante disciplina sull’uso di strumenti informatici e telematici nel processo civile, amministrativo e nel processo dinanzi alle sezioni giurisdizionali della Corte dei Conti. L’obbligatorietà di sostituire la maggior parte delle operazioni di cancelleria di deposito e notifica degli atti è arrivata solo il 30 giugno 2014 perché sono state molte le difficoltà legate all’applicazione delle nuove tecnologie al nostro sistema giudiziario.
Per poter attuare il PCT è stato infatti necessario regolamentare gli strumenti necessari come:
- La firma digitale che necessita di un token contenente certificati digitali di autentificazione della firma rilasciati da un ente certificatore accreditato per poter sottoscrivere gli atti o i documenti digitali
- Casella di Posta Elettronica Certificata per la certificazione della trasmissione degli atti che in questo modo hanno lo stesso valore legale di una raccomandata
- Redattore atti: un software che permette di creare la busta telematica; sul portale del Ministero della Giustizia è disponibile l’elenco dei redattori atti
- Punto di accesso o PDA: è l’infrastruttura gestita dal Ministero della Giustizia che permette l’accesso ai soggetti abilitati ai servizi di consultazione e di trasmissione telematica degli atti. Riconosce gli avvocati in possesso di un certificato di autenticazione consentendo l’accesso al processo telematico.
Ricorrere alle nuove tecnologie è semplice, soprattutto alle nuove generazioni di avvocati ma incorrere in errori o problemi è altrettanto facile. Per questo motivo è sempre consigliabile dare uno sguardo qui alle proposte di assicurazione per avvocato online facendo una stima dei costi e delle garanzie offerte.