Freelance: partita IVA o ritenuta d’acconto?
Lavorare come freelance: tutte le informazioni utili
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Se hai deciso di lavorare come freelance, sicuramente ti starai chiedendo se ti conviene aprire la partita Iva e come fare per metterti in regola con le tasse.
Se operi come freelance in Italia, puoi optare per la prestazione occasionale o per la partita Iva. Nella prima eventualità potrai emettere la ricevuta al cliente eseguendo il versamento della ritenuta d’acconto.
In questo caso verrà trattenuto il 20% sulla tua prestazione. Quest’ultima non deve avere carattere di continuità ma deve essere appunto occasionale, cioè fornita una tantum.
Se questa condizione non è soddisfatta, dovrai procedere con l’apertura della partita Iva.
Il regime forfettario
Avvalendoti del regime forfettario, potrai emettere la fattura senza addizionare l’Iva ai tuoi compensi e senza che dal compenso venga detratta la ritenuta d’acconto.
Questo regime presenta diversi vantaggi a livello fiscale. Oltre alla tassazione agevolata e alla vantaggiosa Imposta Sostitutiva applicata, potrai avvantaggiarti della contabilità semplificata senza l’obbligo della dichiarazione Iva trimestrale.
Tieni presente che per mantenere i vantaggi del regime forfettario non dovrai superare una determinata soglia di fatturato annuo, stabilita in base al tipo di prestazione offerta.
Tra le categorie professionali più diffuse nel mondo dei freelancer c’è quella dei traduttori. Nel caso della traduzione freelance, e altre tipologie di lavoro freelance che non prevedono l’iscrizione a un albo professionale, l’apertura della partita Iva è gratuita e le tasse e i contributi previdenziali vengono calcolate in proporzione al fatturato e al reddito netto.
Il calcolo dei contributi verrà effettuato al momento della dichiarazione dei redditi attraverso la presentazione del modello Unico.
La prestazione occasionale
Se il tuo lavoro non prevede vincolo di subordinazione – e caratteristiche di abitualità e potere di coordinamento del committente – e viene svolto in via occasionale, puoi operare come lavoratore autonomo occasionale.
Tieni presente che la ricevuta da te emessa vale come quietanza di pagamento: certifica cioè l’avvenuto pagamento del corrispettivo.
Di conseguenza, dovrai valutare – anche in base alla serietà del committente – se fornirla prima che venga effettivamente eseguita la transazione, anche se si tratta di una prassi molto diffusa.
La prestazione di lavoro autonomo occasionale può essere svolta anche in assenza di contratto ma disporre di quest’ultimo è ovviamente preferibile.
La ritenuta d’acconto si applica se il committente è configurabile come sostituto di imposta e vale come acconto Irpef, il cui versamento spetta appunto al committente.
L’assoggettamento alla gestione separata dipende dal reddito percepito nel corso dell’anno e alle caratteristiche del lavoro stesso (prestazione singola o più prestazioni che cumulativamente superano la soglia dei 5000 euro lordi).