Parcella Dell’avvocato Senza Incarico Nell’Ente: Cosa Cambia
La Cassazione dice no alla parcella dell’avvocato che all’interno dell’Ente non ha incarichi
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Novità in vista per gli avvocati: nel 2017 con l’entrata in vigore dei decreti delegati della riforma dell’ordinamento forense, cambiano le parcelle per gli avvocati e vengono stabilite nuove tariffe.
Le nuove regole sui compensi per gli avvocati sono più precise e seguono un nuovo schema introdotto dal consiglio nazionale forense. La tabella introdotta proprio quest’anno effettua una netta distinzione tra assistenza, consulenza, mediazione. Fa luce, inoltre, anche sul metodo per effettuare il calcolo della parcella avvocato penale.
Attraverso le modifiche apportate al DM 55/2014, gli avvocati in base alla tipologia di lavoro svolto ed al tempo impiegato per portarlo a compimento, seguono delle tariffe più specifiche rispetto al passato per richiedere i propri compensi.
Distinzione fra attività di consulenza e assistenza
Una delle novità più rilevanti apportate nel 2017 dal Consiglio Nazionale Forense riguarda la distinzione tra assistenza e consulenza.
Per attività di consulenza si fa riferimento a brevi periodi oppure a singoli episodi durante i quali un avvocato si esprime verso un cittadino in merito ad una controversia.
Quando si parla di attività di assistenza, invece, si prende in considerazione un’attività continuativa e prolungata nel tempo.
Le nuove regole permettono ai professionisti di calcolare in base alla tabella del CNF 2017 anche la consulenza e di conteggiare in modo preciso le ore dedicate a tale attività.
Parcella avvocato e mediazione: ecco come calcolarla
Per quanto riguarda l’attività di mediazione, per calcolare la parcella avvocato, si possono seguire due strade: prevedere un compenso seguendo i criteri che vengono utilizzati per l’attività stragiudiziale oppure utilizzare il parametro presente nella nuova tabella.
Nel secondo caso, il compenso è proporzionato per un terzo ad ognuna delle tre fasi di cui si compone la mediazione.
Per l’attività post decisoria, il Consiglio Nazionale Forense, identifica, inoltre, ulteriori tariffe che ammontano al 10% o al 20% della fase di mediazione.
Parcella avvocato penale: cosa rientra nel calcolo
Secondo il CNF, deve rientrare nel calcolo della parcella dell’avvocato l’intera attività svolta compresi il totale degli atti e le udienze di rinvio.
A tal proposito la modifica messa appunto rispetto all'art. 12 del dm n. 55/2014 è un "aumento fisso per ogni udienza ulteriore rispetto ad un numero base di 3 udienze non di mero rinvio, con distinguo economico tra udienze di mero rinvio e non di mero rinvio (mero rinvio € 50 forfettariamente liquidate - non di mero rinvio 200 forfettariamente liquidate)".
In questo articolo incentrato sui compensi e sulle nuove tariffe per chi pratica la professione forense non si può non far riferimento a due argomenti spinosi per molti avvocati. La prima questione è il recupero crediti con decreto ingiuntivo, la seconda è la richiesta della parcella per chi lavora alle dipendenze di un ente pubblico.
Parcella avvocato e decreto ingiuntivo
Per ottenere il decreto ingiuntivo, l’avvocato deve mostrare al giudice una prova scritta del credito che ha nei confronti di un cliente. La suddetta prova può essere rappresentata da un accordo scritto sul compenso concluso con il cliente oppure in mancanza del primo, in una parcella “vistata” dal proprio COA di appartenenza.
La parcella avvocato non può essere richiesta senza l’incarico dell’Ente.
L’attività di un avvocato che lavora alle dipendenze di un ente pubblico, nel ruolo amministrativo (che esercita l’attività di legale solo in favore dell’ente) deve essere inquadrata come rapporto di lavoro parasubordinato.
Secondo la Corte di Cassazione, il patrocinio legale di un avvocato verso un ente territoriale non può essere riconducibile nel rapporto di pubblico impiego nel momento in cui il professionista è inquadrato nel ruolo amministrativo e non nel ruolo legale.
Parcella avvocato e patronato
Per tutti coloro che non hanno la possibilità di pagare un avvocato esiste la possibilità di richiedere il gratuito patrocinio. Quest’ultimo consiste nel fatto che alla fine della causa, in caso di vittoria in giudizio, l’onorario venga pagato dallo stato.
In caso di perdita però, il cittadino è tenuto a pagare in prima persona sia l’avvocato che le spese legali. Nel momento in cui, invece, pur non vincendo la causa il cittadino non viene condannato al pagamento delle spese legali, la parcella avvocato viene comunque pagata dallo stato.
Sono ammessi al gratuito patrocinio i cittadini che presentano un reddito inferiore a 11.528,41 € e che presentano un’apposita domanda.
Assicurazione avvocato
Le novità apportate dal cnf del 2017 tutelano il lavoro dell’avvocato ed i suoi compensi ma per quanto riguarda eventuali errori effettuati nell’esercizio della propria attività, il professionista è tenuto a proteggersi in prima persona attraverso l’assicurazione.
La polizza assicurativa avvocati è una particolare formula che copre la responsabilità civile di un avvocato nel caso in cui quest’ultimo rechi danni a clienti o a terzi durante lo svolgimento della propria attività professionale.
Da quest’anno la responsabilità civile avvocati è obbligatoria e comprende tutti i danni di tipo patrimoniale che un avvocato può causare a terzi, che si tratti di clienti propri oppure della controparte.
La polizza assicurativa avvocati deve obbligatoriamente prevedere una copertura che tuteli sia il contraente che la sua famiglia. Quest’ultima, infatti, deve poter contare su una retroattività illimitata.