Lo psicologo giuridico: chi è e cosa fa
Guida alla figura dello Psicologo Giuridico
Indice
Lo psicologo giuridico, più comunemente indicato come psicologo forense, è una figura professionale che negli ultimi anni ha assunto un ruolo di crescente importanza all’interno dei procedimenti giudiziari.
Il ruolo dello psicologo forense è più ampio nel processo civile, ossia in quel procedimento che ha come obiettivo quello di determinare il diritto di una delle parti di ottenere il risarcimento di un danno e, correlativamente, la responsabilità di un’altra parte, o di altre parti chiamate in giudizio, del danno di cui si chiede il risarcimento.
Si tratta quindi di un professionista chiamato a fornire assistenza probatoria, ossia a indicare le ragioni sulle quali il giudice deve fondare la propria decisione.
Il rapporto fra diritto e psicologia
Sebbene sia il diritto che la psicologia si occupino, ognuna a suo modo, del comportamento umano, gli elementi di base su cui le due discipline si fondano sono profondamente diversi: la Psicologia è una scienza prevalentemente descrittiva, cioè ha come obiettivo quello di spiegare il comportamento umano, mentre il Diritto è una scienza che può definirsi prescrittiva: il suo scopo è quello di regolare il comportamento umano attraverso le norme.
La Psicologia Giuridica, i cui criteri scientifici e metodologici sono diversi da quelli del diritto, anche quando svolge rispetto ad esso funzioni probatorie ed ausiliarie, mantiene come disciplina una sua autonomia, facendo riferimento ai propri canoni investigativi per individuare metodi di ricerca e strumenti operativi.
Psicologia e psicologia forense
Nella maggior parte dei casi si tratta di uno psicologo specializzato, che ha seguito un percorso formativo specifico in Psicologia Giuridica, che gli consenta di conoscere le leggi e di contestualizzare i propri modelli interpretativi ed operativi al contesto giuridico. Data la continua e progressiva crescita della domanda di consulenti tecnici esperti, nel 2003 l’Ordine degli Psicologi ha avvertito la necessità di regolamentare la figura dello psicologo giuridico, per evitare che lo si consideri uno psicologo che in maniera generica e occasionale presta le sue competenze alle domande del diritto.
Lo psicologo forense nel processo penale
Il ruolo dello psicologo forense riveste una particolare importanza nei procedimenti penali riguardanti le violenze sui minori. I protocolli investigativi adottati dalle Procure della Repubblica prevedono che le dichiarazioni delle vittime minorenni dei reati di violenza, non solo sessuale, vengano rese sempre alla presenza di uno psicologo giuridico. In alcune circostanze è addirittura previsto che le domande degli inquirenti o della polizia giudiziaria non vengano poste al minore direttamente dai magistrati o dalle forze di polizia ma dallo psicologo. Si tratta della cosiddetta “audizione protetta”: il minore è in una stanza solo con lo psicologo il quale attraverso un auricolare riceve le domande che la magistratura o la difesa dell’eventuale accusato o imputato intendono porre, e a sua volta le “gira” alla parte lesa nel modo e secondo i metodi che ritiene più opportuni per evitare sia ulteriori traumi al minore sia suggestioni che possano alterare la genuinità della risposte rendendole meno attendibili sul piano probatorio.
L’inquadramento processuale dello psicologo
Tecnicamente, si parla di “Consulenza Tecnica” nel caso in cui lo psicologo operi in ambito civile e di “Perizia” nel caso in cui operi in ambito penale; lo psicologo giuridico, se nominato dal Giudice, viene indicato in ambito penale come “Perito” ed in ambito civile come “Consulente Tecnico d’Ufficio” (CTU) mentre, sia nel civile che nel penale, se nominato dal privato cittadino, l’esperto è indicato come “Consulente Tecnico di Parte” (CTP).
Ciascuna delle parti in causa, una volta nominato dal Giudice un CTU, ha diritto di nominare un proprio Consulente Tecnico di Parte, che lo assista durante il percorso di consulenza e che valuti la correttezza metodologica dell’operato del CTU, producendo, se ritenuta necessaria, ulteriore documentazione clinica ed elaborando osservazioni critiche da porgere all’attenzione del giudice.
Nell'ambito del diritto di famiglia, e più specificatamente, nei casi di affidamento dei minori e di adozione ad esempio, si è imposta la necessità di indagare, attraverso lo psicologo forense, la capacità genitoriale e la qualità della relazione genitore-figlio.
Sempre più spesso i giudici, attraverso lo strumento della nomina di un consulente tecnico d'ufficio, si avvalgono dell'ausilio di psicologi a cui assegnare il compito di redigere una consulenza tecnica. E ciò accade non soltanto quando si tratta di accertare l'esistenza di un danno psichico nell'ambito dei giudizi aventi ad oggetto richieste risarcitorie, nei casi di mobbing, di stalking e così via, ma anche in tutti quei casi in cui sia necessario acquisire elementi inerenti al comportamento o alla personalità di uno o più soggetti.
Il ruolo dello psicologo giuridico diventa inoltre fondamentale in situazioni in cui ad esempio è necessario accertare il livello di maturità di un minore; valutare la capacità di intendere e di volere; dare indicazioni sull'idoneità psichica a rendere testimonianza; intervenire nei procedimenti relativi all'affido o all'adozione di minori; coadiuvare le parti coinvolte in una separazione conflittuale.