L'INAIL Riconosce il Mobbing Come Malattia
La sentenza della Cassazione che sancisce che il mobbing è malattia professionale
Indice
Finalmente l'INAIL riconosce il mobbing come malattia. Ma vediamo innanzitutto che cosa è il mobbing.
Avrete senz'altro sentito parlare di mobbing sul posto di lavoro e, magari, siete fortunati a non sapere cosa sia in concreto.
Cosa è il mobbing
Il mobbing viene dal verbo inglese 'to mob' che vuol dire assalire, aggredire e si riconduce al tentativo di porre in essere atti vessatori nei confronti dei colleghi o di un subordinato con l'obiettivo di perseguitarlo o portarlo a dare le dimissioni.
Perché diventi un reato, il mobbing va dimostrato ma è davvero difficile farlo perché servono documenti e testimoni i quali, spesso per paura di avere ripercussioni, non parlano. Per questo può essere utile conservare i documenti che dimostrano il demansionamento o degli spostamenti in luoghi lontani, conservare e-mail oppure registrare telefonate o conversazioni. Quest'ultima solo se si tratta del proprio capo. In caso decidessimo di registrare i colleghi, si rischia il licenziamento per giusta causa.
Oltre alle prove va dimostrato il nesso di causalità tra le violenze subite e il danno che hanno causato e anche l'intento persecutorio. Quest'ultimo è davvero difficile da dimostrare, specie con l'intervento della Cassazione del 27 gennaio 2017 che dice che i comportamenti ostili devono essere reiterati per almeno 6 mesi.
Come è stato finalmente riconosciuto il mobbing come malattia
Con la sentenza numero 20774/2018 la Corte di Cassazione sancisce che il danno psicologico subito dal lavoratore vittima di mobbing da parte del datore di lavoro vada ricondotto alle malattie indennizzabili dall’INAIL.
È ormai consolidato l'orientamento secondo cui non esiste solo il rischio specifico proprio di un determinato tipo di lavoro, ma esiste anche il rischio specifico improprio, cioè quello collegato alla prestazione e non insito in essa. Secondo i giudici, nel momento in cui il lavoratore è stato ammesso a provare l'origine professionale di una malattia, vengono meno anche i criteri secondo cui si selezionano i rischi professionali (quelli tabellati).
La Cassazione, dopo un lungo e complesso ragionamento, ha affermato che sono indennizzabili tutte le malattie fisiche e psichiche riconducibili al lavoro o alle modalità in cui si svolge. Pertanto anche il mobbing è riconosciuto come malattia anche se non è compreso tra le malattie tabellate perché il lavoro coinvolge la persona in tutte le sue dimensioni e la pone a rischio sia fisico che psichico.
Quali sono gli accertamenti da fare per dimostrare di essere vittima di mobbing
Poiché è stato riconosciuto il mobbing come malattia, bisognerà anche dimostralo in maniera inconfutabile.
Questo si fa attraverso la valutazione di vari esperti:
- il medico del lavoro che valuta i rischi lavorativi;
- lo psichiatra che elabora una diagnosi differenziale distinguendo tra disturbo dell'adattamento disturbo post traumatico da stress. Fornisce anche una valutazione della personalità del lavoratore e della sua capacità di interazione con l'ambiente lavorativo;
- il medico legale inquadra lo stato anteriore della vita lavorativa del soggetto, la presenza di malattie pregresse, quali sono i suoi interessi fuori dal lavoro, individuare la persecuzione, dimostrare il nesso causale tra azione lesiva e danno e dovrà infine quantizzare il danno.